SANSONE CONTRO I PIRATI (Italia, 1963). Regia: Amerigo Anton [Tanio Boccia]; scen.: Guido Malatesta; fot.: Augusto Tiezzi; mus.: Angelo Francesco Lavagnino; mont.: Iolanda Benvenuti; scenogr.: Salvatore Giancotti; tr.: Massimo Giustini; cost.: Walter Patriarca; pr.: Fortunato Misiano per Romana Film. © Dur: 90’. Con: Kirk Morris, Margaret Lee, Daniele Vargas, Aldo Bufi Landi, Tullio Altamura, Adriana Ambesi, Frank Leroy [Franco Petruzzi], Gianna Serra, Antonio Vezza.
Anno 1630. Mar dei Caraibi. Il feroce pirata Murad (D. Vargas) assalta e depreda navi spagnole, massacrando gli uomini e facendo prigioniere le donne che poi rivende al mercato degli schiavi. Una di esse, Amanda (M. Lee) riesce a fuggire gettandosi in mare, da dove viene ripescata da Sansone (K. Morris) che la porta in salvo nella sua pacifica isola di pescatori. Appresa la sua storia, il muscoloso eroe decide di dare una lezione a Murad. Accompagnato dal fido Ganor e dalla bella Amanda, che nel frattempo si è innamorata di lui, parte alla volta dell’Isola del Diavolo, covo dei predoni, e qui, dopo alcune scaramucce, trova l’appoggio di Manuel (A. Bufi Landi), un ribelle che con i suoi uomini trama per rovesciare dal trono il sanguinario Murad. Sansone viene catturato, ma in suo soccorso interviene la bionda Amanda che, spacciatasi per Principessa delle Antille, si muove indisturbata all’interno del palazzo di Murad. Scoperta, viene però gettata nel pozzo degli alligatori. Sansone riesce a liberarsi, salva la fanciulla e, dopo aver liberato anche gli altri prigionieri, che si uniscono agli uomini di Manuel a dar man forte contro i pirati, uccide Murad e corona la sua storia d’amore con Amanda.
Amerigo Anton, al secolo Tanio Boccia, è stato soprannominato l’“Ed Wood italiano” per la sua capacità di girare film con quattro soldi e in pochi giorni, spesso con trame squinternate che univano il feuilleton al peplum in maniera così irriverente da risultare quasi coinvolgenti. Questo “Sansone contro i Pirati” non fa eccezione, con le sue scenografie finte, i costumi sgargianti, i villains da operetta e le trame amorose che si mescolano senza ritegno all’avventura più sfrenata. Il Sansone di turno, Kirk Morris, biondo dagli occhi azzurri, era in realtà italianissimo (il suo vero nome era Adriano Bellini, che prima di diventare attore era bagnino a Venezia), e tra i “muscle men” del cinema mitologico è forse tra i meno carismatici, un ragazzone impegnato più a gonfiare i muscoli che a recitare. Altre sue interpretazioni nel peplum comprendono “Il Trionfo di Maciste”, “La Valle dell’Eco Tonante”, Maciste alla Corte dello Zar”, e “Maciste contro i Tagliatori di Teste”. Come Sansone lo vediamo qui impegnato a far volare uomini, scardinare porte d’acciaio e, sottoposto ad una prova di forza, tirare a riva una nave carica di rematori con la sola forza delle braccia. Scena cult: la lotta di Sansone contro un coccodrillo palesemente finto, con la ragazza bionda che urla a squarciagola. Marco Giusti, nel “Dizionario dei Film Stracult”, ha definito la pellicola un “kolossal del trash sansonistico”.